Il Teatro Stabile del Giallo nasce nel 1986 da un’idea di Giancarlo Sisti e Susanna Schemmari. Il progetto di creare uno spazio dedicato alla sola messinscena di gialli è il risultato di tre anni di ricerche artistiche e di mercato, che rivelarono un’enorme mole di materiale teatrale e teatrabile, nonché un settore di pubblico possibile
Nel novembre 1986 viene inaugurata la prima stagione del Teatro Stabile del Giallo con una delle commedie più classiche: Trappola per topi a cui seguono autori di irresistibile richiamo, talvolta mai messi in scena in Italia, come: Rex Stout, Dashiell Hammett, Georges Simenon, Ellery Queen, oltre naturalmente ai già citati Agatha Christie e sir Arthur Conan Doyle.
Naturalmente per mettere in scena tutto questo occorrevano anche degli attori, dei registi, dei tecnici all’altezza della situazione. Nessuno aveva mai recitato in un giallo a teatro, bisognava anche inventarsi un modo che fosse magari più vicino al cinema, ma che non perdesse di vista lo specifico teatrale, dove i personaggi fossero a servizio del meccanismo, della trama, della suspence.
Insieme alla proposta artistica, fu avviata sin da allora una tradizione che dura ancora oggi: il dopo-teatro. A spettacolo finito il pubblico era (ed è tutt’oggi) invitato a mangiare qualcosa insieme agli attori, bere un bicchiere di vino e discutere dello spettacolo. Si trattò di una intuizione estremamente felice, poi ripresa da altri teatri, la barriera invalicabile tra attori e spettatori veniva abbattuta, andare a teatro perdeva forse una parte della sua sacralità ma si riappropriava della sua dimensione di evento di partecipazione popolare che in qualche maniera riprendeva la grande tradizione italiana del melodramma (si sa che nei palchetti dei teatri ottocenteschi avveniva di tutto).
L’operazione, per l’epoca e in fondo ancora oggi innovativa, si rivelò sin dall’inizio vincente, il pubblico cominciò ad affluire a frotte in quel piccolo teatro arrampicato sulla via Cassia, facendo la fila per assistere alle gesta dei Poirot o degli Sherlock Holmes, oppure sedotto dalle avvincenti trame o dalle torbide atmosfere dei maestri del giallo. I cartelloni delle stagioni si sono nei decenni affollati di titoli ed autori di irresistibile richiamo, talvolta mai messi in scena in Italia, ne citiamo alcuni: Rex Stout, Dashiell Hammett, Georges Simenon, Ellery Queen, Stephen King, Tarantino, Harris, oltre naturalmente ai già citati Agatha Christie e sir Arthur Conan Doyle. La drammaturgia internazionale, di altissimo livello, è vastissima (Edipo Re e Amleto, tanto per fare un esempio, non sono “Gialli”?).
Nel 2000 la Direzione Artistica del Teatro è stata assunta da Raffaele Castria ed è subentrata la gestione di un gruppo di artisti con idee nuove che, pur non discostandosi dalla tradizione che il Teatro Stabile del Giallo ha imposto, sta aprendo nuove prospettive di sicuro interesse per gli appassionati, i fedelissimi e i neofiti. In questi ultimi anni il teatro sotto l’impulso della nuova direzione artistica e del nuovo gruppo (che si è auto-strutturato in termini assolutamente “democratici”) ha sempre di più investito risorse ed energie nella direzione del rinnovamento e dello sviluppo di un proprio specifico linguaggio estetico e artistico.
Un capitolo a parte merita lo spazio teatrale. Il vecchio storico teatrino non c’è più. La compagnia fu sfrattata per far spazio (sic!) a un nuovo supermercato nel 2001. La vicenda all’epoca ebbe grande risalto sulla stampa e si formò un “Comitato Amici Teatro Stabile Del giallo” di cui facevano parte personaggi pubblici come Rita Levi Montalcini, Ettore Scola, Mario Monicelli, Diletta Gassman, e tanti altri. Il comitato presentò una petizione all’Amministrazione del Comune di Roma, che prese atto della situazione e assegnò alla compagnia un nuovo spazio, quello attuale, più grande e funzionale.
Il teatro, ristrutturato dal Municipio XX, con cui la compagnia porta avanti una proficua collaborazione che si sta sviluppando ulteriormente grazie al lavoro della Commissione Cultura del Municipio e all’Assessore Alla Cultura Marco Perina, ha riaperto tre stagioni fa, e, dopo due anni di interruzione, è stato immediatamente premiato dall’afflusso del suo pubblico.