Teatro San Domenico

L’origine della fondazione in Crema di un convento dei Domenicani viene fatta risalire all’anno 1332 (F. Sforza Benvenuti – G. Racchetti), anno in cui fu donata a tale Padre Venturino da Bergamo, dell’ ordine dei predicatori, “una chiesoletta di San Pietro Martire” (G. Racchetti: op. cit. pag. 97) e, da parte della nobile famiglia De’Mandoli, alcune case ad essa contigue. Parrebbe potersi datare la detta chiesuola intorno all’anno 1300, come farebbe supporre lo Sforza Benvenuti. Questa, che nella ritrascrizione del Racchetti, a pag.198 viene indicata come “cappella”, viene unanimemente “situata ove fu indi eretto l’altar maggiore della chiesa di S.Domenico” (F.Sforza Benvenuti, op. cit. pag. 772). Leggendo i vari autori ci appare come ipotesi piu probabile che la chiesa di S. Pietro Martire sia stata poi abbattuta all’atto della erezione dell’attuale complesso e non, come dice il Verga, conglobata con funzione di abside nell’attuale chiesa. Cio potrebbe essere suffragato da una attenta lettura del passo tratto dal Racchetti: “… chiesa… nella quale fu rinchiuso lo spazio in cui tutta consisteva l’antica, nel solo presbiterio e coro”. (op.cit. pag.198 e seg.) in cui l’autore parla solo dell’area della chiesa e non dell’edificio. Ma ancora piu valida ci pare l’osservazione che una chiesa delle dimensioni dell’attuale presbiterio non avrebbe potuto avere un tale sviluppo verticale e, se per qualsiasi ragione ignota questo si fosse verificato, l’autore piu sopra citato non avrebbe potuto parlare di “chiesoletta” e “cappella”. All’attuale chiesa rimane comunque la dedicazione e noi troviamo ancora nei documenti della Repubblica Cisalpina, riguardanti la soppressione del convento, la denominazione di “Convento di S. Pietro Martire”, anche se la tradizione piu recente attribuisce al complesso il sintetico nome di “S Domenico”.

Proseguendo l’esame delle vicende storiche del soggetto della nostra ricerca ci imbattiamo in un improvviso e non datato passaggio di “proprieta”. Causa alcune pestilenze, infatti, il convento rimase spopolato e “frati conventuali, non si sa ne quando ne come, se ne impadronirono” (G. Racchetti, op. cit. pag. 198 e seg.). I Cremaschi, gia nel 1455 ricorsero al Podesta perche i Domenicani rientrassero in possesso di quanto la citta aveva loro donato, ma per varie cause la pratica non fu breve e si dovette ricorrere anche al Pontefice. Sta di fatto che il 22 luglio del 1457, vuoi con uno scaltro colpo di mano secondo il Racchetti, vuoi perche i conventuali si convinsero del loro torto secondo L. Benvenuti, i Domenicani tornarono in possesso del loro.

A questo punto non ritroviamo notizie del nostro convento sino al 1614 quando tanto il Barbieri che la trascrizione del Racchetti ci informano essersi insediato in questo il tribunale della Santa Inquisizione che secondo il Cesare Tintori (abate autore delle Memorie Cremasche e citato dal Racchetti) soleva,nel giorno di Santa Croce, “abbruciare sulla piazza, dinanzi alla porta maggiore della chiesa, i libri proibiti entro alcune botti.” (Racchetti, op. cit. pag.198 e seg.), uso che si mantenne sino al XVIII secolo. Ci e dato sperare, per la mancanza di citazioni sui testi consultati, che questa usanza non sia stata estesa, in quel di Crema, anche ai cristiani. Il fatto che nell’Archivio di Stato di Milano si trovino vari documenti riguardanti il convento, anche di non grande rilievo, tutti posteriori alla meta del ‘700 ma vi sia la piu assoluta mancanza di manoscritti precedenti, lascia supporre che, qui come altrove il grosso dell’ archivio del monastero sia stato trafugato prima della confisca napoleonica (di cui tratteremo poco oltre) con l’intento di essere portato in luoghi piu sicuri, forse alla casa generale dell’ordine in Roma.

Con la venuta delle truppe napoleoniche e la nascita della Repubblica Cisalpina, anche al convento di S. Pietro Martire tocco la sorte, come accennavamo, di essere confiscato. Cio accadde il 22 giugno del 1798 o, come si diceva allora, li 4 messidoro anno VI Repubbl; ce ne rende testimonianza l’ “Instrumento di soppressione del convento di S. Pietro Martire de’ Domenicani di Crema rogato dal notaio di Lodi Giuseppe Crondolani” e attualmente conservato nell’Archivio di Stato di Milano; la stima dei beni venne invece effettuata il 4 mietitore dello stesso anno e ci tornera utile piu avanti, quando parleremo della chiesa.

Dopo la confisca troviamo tracce delle aste con le quali furono venduti i beni ed i terreni del convento. Notizie riguardanti il convento vero e proprio sono invece riportate dal Perolini nella sua recente pubblicazione. Dapprima, citando il Massari, ci viene comunicato che il convento venne adibito a caserma e l’attigua ,chiesa magazzino militare. Nel 1836, poi, viene aperta nel convento una casa di isolamento per i colerosi (Alm. Crem. 1837, pag. 175; Racchetti, Storia del colera fu Crema, parte III^, m. s. 106). Sempre il Perolini ci da notizia che nel 1852 l’ex-chiesa e adibita a cavallerizza militare. Il convento viene, nel 1875, adattato per ospitare le scuole elementari maschili (Arch. Com.- cl. IX^ -Gestione del patrimonio). Il Demanio cede poi, nel 1899, il “fabbricato denominato cavallerizza ex-chiesa di S. Domenico” al Comune di Crema “il quale, in cambio, vi costruisce a proprie spese una nuova cavallerizza. (Arch. Com. -ibidem -)… Le opere murarie furono appaltate… ad un capomastro di Milano, Alfredo Ricevuti, che inizio i lavori nel novembre 1898 (Il Paese, 19/XI/1898)” (M. Perolini, op. cit.pag. 340).

Quando l’ex Chiesa di San Domenico diventa di proprieta comunale si comincia a mettere in discussione la possibilita di collocarvi un mercato delle verdure e dei generi alimentari. L’Ufficio Tecnico Comunale elabora il progetto di riutilizzazione dell’edificio che viene approvato il 28 luglio del 1901 dal Consiglio Comunale. Nella relazione allegata si sostiene che l’attuale Cavallerizza “senza muover pietra della sua ossatura, servira mirabilmente per la nuova destinazione quando venga soltanto con le nuova aperture meglio rischiarata”.

Nel 1902 si eseguono nei locali del Convento lavori di ampliamento degli spazi occupati dall’asilo infantile Principe Umberto, che viene ad occupare al piano terreno tutto il secondo chiostro e i locali ad est del primo chiostro. Nel 1904 l’intervento elaborato dall’ Ingegnere Capo Berneri, dell’ Ufficio Tecnico Comunale, alla ex Cavallerizza e terminato, ma l’edificio resta chiuso. Dalla stampa dell’epoca si apprende che il Mercato viene inaugurato il 21 dicembre dello stesso anno. Dal 1910 al 1912 alcuni vani del piano superiore del primo chistro a sinistra del grande scalone ospitano gli uffici della Camera del Lavoro. Quando termina il contratto di affitto con questo Ente, da parte dell’ Ufficio Tecnico Comunale si progetta l’adattamento dei locali rimasti liberi per collocarvi le scuole elementari. In questi stessi anni in alcuni locali del chiostro hanno sede gli Enti Musicali cittadini: la direzione del corpo musicale, la scuola di canto corale e la Societa di Santa Cecilia.

Nel 1912, citando la “Guida di Crema e del Circondario” di quell’anno, il Perolini rileva che il convento diviene sede delle varie associazioni musicali cittadine e la chiesa e ridotta a mercato di ortaggi, sistemazione che durera solo tre anni. Nel 1915, con l’entrata in guerra dell’Italia, il tutto e adibito ad ospedale militare.

Nel 1920 la chiesa ridiventa un mercato, questa volta piu completo: tutti i generi alimentari. Il convento, anche se non e qui dichiarato, dovrebbe essere definitivamente attrezzato a struttura scolastica.

Il 12 febbraio del 1944 (Il Paese) si inaugura con “La Traviata” di G. Verdi il Cinema Teatro Nuovo, nell’aula che subisce nuove trasformazioni: nell’abside si ricavano tre piani: il terreno, il primo e un sottotetto adibiti ad abitazione del custode gli ultimi due e a locali di servizio il terreno, si sistema una galleria all’altezza della copertura delle cappelle laterali e si addossa alla facciata una bussola in muratura per la vendita dei biglietti.

Nel 1952 viene posto dalla Soprintendenza ai Monumenti di Verona il vincolo sulla Chiesa di San Domenico ai sensi della Legge 1089 del 1 giugno 1939

Il Convento attrezzato a struttura scolastica diventa nel 1964 sede dell’Istituto Professionale per il Commercio che vi rimane fino al 1992. Ai primi di marzo del 1970 la Chiesa viene trasformata in palestra didattica funzionante dal 1972.

Il 26 aprile 1994 l’Ing. Guglielmo Moscato, Presidente dell’ Agip s.p.a., ha consegnato simbolicamente alla citta di Crema, nelle mani del Sindaco, Cesare Giovinetti, l’ex Chiesa di S. Domenico riportata all’antico splendore. L’intervento dell’ Agip nel restauro del monumento riflette l’attenzione che la Societa dedica ai problemi ed alla vita del territorio nel quale opera e del quale, nel.valorizzarne le risorse energetiche, non manca di apprezzare il patrimonio storico, artistico, culturale ed ambientale.

Il giorno 27 novembre 1999, alle ore 17,30, la citta di Crema ha inaugurato il suo nuovo Teatro. E durato oltre sessant’anni il desiderio di veder ricostruita una nuova sala: ora finalmente la citta si e dotata di un teatro, il quinto di una lunga serie. Collocato nel cuore del centro storico, entro un complesso architettonico e storico culturale di grande significato, il Teatro non manchera di suscitare, alimentare ed accrescere la grande sensibilita musicale, vocale, rappresentativa di questa nostra citta e di tutto il suo territorio.