Il museo Guggenheim, ha cambiato il volto della un tempo sonnacchiosa città di Bilbao fino a trasformarla nella seconda meta più visitata di tutta la Spagna. Il museo si erge massiccio e metallico sulla riva sinistra del fiume Ria.
Un ragno colossale, forse di bronzo, accoglie il visitatore ai piedi della scalinata d’ingresso. Lo spazio, che la città ha dovuto ricavare nel corso dei secoli lungo le rive del fiume, è il vero protagonista delle immense sale del museo. L’atrio raggiunge l’altezza di cinquanta metri, ed è stato studiato per diffondere la luce del giorno nelle sale situate ai vari livelli, più o meno come accade nelle imbarcazioni di lusso per gli spazi situati sottocoperta.
Il museo Guggenheim di Bilbao rientra nella corrente di Sculturarchittettura che ha preso piede in vari parti del mondo. Il Guggenheim Museum Bilbao (“Guggenheim Bilbao Museoa” in lingua basca) è un grande museo di arte moderna e arte contemporanea internazionale. Malgrado l’apparente complessità dell’edificio, Frank Gehry ha concepito il museo su tre livelli, più un ultimo livello di volumi tecnici per i sistemi di condizionamento, le torri di refrigerazione e gli impianti di elevazione.
Alle spettacolari forme esteriori corrisponde, all’interno, un’architettura più neutra per facilitare la comprensione delle opere d’arte in mostra. Una curiosa combinazione di sale difformi, alcune grandissime, altre più convenzionali, conferisce al museo una polivalenza e una capacità di esposizione uniche al mondo.
Gran parte della superficie esterna è rivestita di titanio, il metallo emblematico del museo di Bilbao, accoppiato all’acciaio galvanizzato, rivestito all’interno da tela catramata. Lo spessore di una lamina di titanio è di 0,3 mm. 60 tonnellate di titanio sono state tramutate in 33.000 lamine con un complicato procedimento attuato in vari Paesi: estratto in Australia, fuso in Francia, laminato a Pittsburg, decappato in Gran Bretagna, assemblato a Milano. Proprio così.
Per il rivestimento in pietra sono stati utilizzati 27.200 m2 di pietra di colore beige ambrato, arrivati al cantiere del museo dalle Cave di Huéscar di Granada. Le lastre sono state lucidate al momento della posa. Lo spessore di una lastra di pietra è di 50 mm.
Le parti trasparenti dell’edificio sono composte da 2500 pezzi di doppio cristallo termico.
Il Guggenheim Museum Bilbao viene considerato la punta di diamante della generazione di nuovi musei, sorti nel mondo nel corso degli anni ’90.
Ciò dipende dalla coincidenza di 4 fattori:
1) È sorto in un’area della Spagna gravemente depressa dal punto di vista economico, e ha contribuito in maniera decisiva al suo rilancio come meta turistica e del terziario.
2) Si è sviluppato grazie all’accordo tra gli enti amministrativi locali e una grande istituzione artistica privata di livello mondiale: la Solomon R. Guggenheim Foundation di New York.
3) Ha sede in una delle strutture più incredibili e affascinanti: il vasto edificio in titanio, pietra e cristallo, appositamente ideato da Frank O. Gehry, una delle migliori firme dell’architettura internazionale.
4) Si avvale di un apparato scientifico, organizzativo e promozionale di livello fino ad oggi insuperato, grazie al quale l’intervento ha goduto di un’attenzione privilegiata da parte dell’opinione pubblica e dei mezzi d’informazione.
Ognuno di questi ingredienti ha contribuito a fare del Guggenheim Museum Bilbao uno dei più grandi successi in campo culturale dei nostri tempi. A poco più di 7 anni dalla sua inaugurazione il museo è stato visitato da oltre 6 milioni di visitatori, il che è a dir poco clamoroso, per una città che in precedenza godeva di un’attrattiva turistica piuttosto scarsa.
Inoltre, la ricaduta dal punto di vista economico è stata enorme, e ha contribuito a incrementare il giro d’affari complessivo delle varie attività della città.
L’edificio di Gehry integra al suo interno varie funzioni:
– la presentazione della collezione permanente
– l’esposizione a rotazione di segmenti della collezione di proprietà della Guggenheim Foundation
– l’attività espositiva
– una vasta gamma di attività e servizi legati all’arte moderna e contemporanea.
La collezione permanente del Guggenheim Museum Bilbao riguarda in generale l’arte europea e americana del ‘900. Si caratterizza soprattutto per la presenza dell’arte contemporanea basca e spagnola.
Al Guggenheim si possono ammirare i capolavori dei grandi dell’arte moderna, da Warhol a Basquiat. Altri non meno grandi, come David Salle e Julian Schnabel, sono presenti rispettivamente con il celebre acrilico su tela che riproduce Bogart con le fattezze di un cammello e con alcuni saggi della caratteristica tecnica di pittura applicata ad ampie superfici di piatti in frantumi.
Purtroppo gli artisti sono presenti con due o tre opere a testa, distribuite con parsimonia sulle pareti affinché l’esperienza della visita possa sedimentare nella memoria accompagnata dalla parola ‘arioso’ e dal ricordo di ampi spazi vergini.
Negli spazi bianchi e fluidi, mossi da pareti curve e anfratti, si “rivelano” al visitatore opere di giovani autori spagnoli spesso di grandi dimensioni, accanto a tele e sculture di grandi maestri del primo ‘900 e del dopoguerra internazionale.
Un vero “must” del turismo culturale. Una esperienza culturale da ripetere, possibilmente nella nostra penisola.
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Trambus Open
Trambus Open S.p.A., società del Gruppo ATAC del Comune di Roma, nasce nel 2003 dall’incontro di Trambus S.p.A., che gestisce sul territorio romano i servizi di Trasporto Pubblico Locale, e Les Cars Rouges – leader a Parigi nella gestione dei servizi turistici con autobus scoperti.
Trambus Open ricopre, in Italia e nel settore dei servizi turistici con autobus a due piani scoperti, la posizione di azienda leader, per qualità e quantità dell’offerta.
Palazzo Valentini
Palazzo Valentini, sede della Provincia di Roma dal 1873, si trova nel cuore della Capitale, in via IV Novembre, 119/a, nelle immediate vicinanze di Piazza Venezia. Lo stabile fu edificato a partire dalla fine del Cinquecento su iniziativa del Cardinale Michele Bonelli.
Nipote del papa Pio V, il porporato aveva promosso una vasta operazione di bonifica della zona dei Fori Imperiali. A questa fase della fabbrica, diretta dal frate Domenico Paganelli che impostò l’impianto trapezoidale dell’edificio, chiuso verso la piazza SS. Apostoli da un’elegante facciata, seguirono nel XVII sec. una serie di ristrutturazioni e ampliamenti su committenza del cardinale Carlo Bonelli e di Michele Ferdinando Bonelli.
Ai primi del Settecento il Palazzo venne dato in affitto a illustri personaggi dell’epoca. Tra questi il marchese Francesco Maria Ruspoli che vi dimorò tra il 1705 ed il 1713 e che fece del Palazzo un teatro tra i più splendidi del tempo, ospitandovi a lungo musicisti come G.F. Haendel, Alessandro Scarlatti ed Arcangelo Corelli.
Nel 1752 l’intero stabile fu acquistato dal cardinale Giuseppe Spinelli, nipote ed esecutore testamentario del cardinale Giuseppe Renato Imperiali. Allo Spinelli si devono l’esecuzione di raffinate decorazioni pittoriche al piano nobile del Palazzo e la sistemazione al pianterreno della ricchissima biblioteca Imperiali, composta da oltre ventiquattromila volumi, destinata alla pubblica fruizione e visitata da illustri studiosi come Giovanni Gioacchino Winckelmann.
Nel 1827 l’edificio venne acquistato dal banchiere Vincenzo Valentini, console generale della Maestà Prussiana, che stabilì qui la sua dimora, promuovendo il completamento dei lavori sul lato prospiciente la Colonna Traiana, realizzato dagli architetti Filippo Navone e Giovanni Battista Benedetti.
Il figlio Gioacchino commissionò tra il 1861 ed il 1865 l’esecuzione dei due distinti corpi di fabbrica, progettati dall’architetto Luigi Gabet che completarono il lato lungo via di S. Eufemia.
Il lato opposto lungo via de’ Fornari – vicolo di San Bernardo – fu completato tra il 1873 e il 1876, sempre ad opera del Gabet ma su committenza della Deputazione Provinciale di Roma che lo acquistò nel 1873 per eleggerlo a propria sede.
Fanno parte dell’ingente patrimonio artistico della sede della Provincia anche la statua dell’Ulisse di Ugo Attardi, la collezione di quadri e antichità appartenuta al banchiere Valentini, insieme alle più recenti opere, l’Enea e Anchise e l’Europa, realizzate da Sandro Chia in occasione del 135° anniversario della nascita della Provincia di Roma e collocate all’entrata di Palazzo Valentini.
Si deve proprio all’Amministrazione presieduta da Enrico Gasbarra il rafforzamento nell’opera di valorizzazione della sede storica dell’Istituzione: in quegli anni infatti, è stata messa in atto una ingente opera di recupero e valorizzazione dell’edificio. Tra gli interventi si segnale la nuova collocazione delle antiche statue di Afrodite-Arianna, Marco Aurelio, Caracalla e Pertinace – preventivamente restaurate – dal cortile del Palazzo al porticato. La nuova collocazione favorisce una migliore conservazione delle opere, non più esposte agli agenti atmosferici.
Inoltre, la significativa campagna di scavo archeologico negli ambienti sotterranei – iniziata a giugno 2005 e proseguita con ancor maggio slancio durante questi ultimi anni, con l’Amministrazione Zingaretti – ha portato alla luce, fra l’altro, un quartiere abitativo composto da domus con ricchi apparati decorativi risalenti al tardo II-III secolo d. C.
E gli scavi nel sottosuolo di Palazzo Valentini sono, dal 16 ottobre 2010, un’esposizione permanente, che arricchisce il patrimonio storico artistico della Capitale con la nuova area archeologica delle “Domus Romane”.
L’opera di riqualificazione, ricerca e musealizzazione portata avanti grazie ad un progetto interamente curato da storici dell’arte, archeologi e architetti, tutti appartenenti all’Amministrazione provinciale, ha dato risultati di eccezionale rilevanza, per l’importanza rivestita in età romana da quest’area e perché le scoperte consentono di ricostruire un importante tassello della topografia antica e medioevale della città di Roma.
Il suggestivo percorso tra i resti di “Domus” patrizie di età imperiale, appartenenti a potenti famiglie dell’epoca, forse a senatori, con mosaici, pareti decorate, pavimenti policromi, basolati e altri reperti, è supportato da un intervento di valorizzazione curato da Piero Angela e da un’équipe di tecnici ed esperti, quali Paco Lanciano e Gaetano Capasso, che hanno ridato vita alle testimonianze del passato attraverso ricostruzioni virtuali, effetti grafici e filmati.
Teatro Quirino Vittorio Gassman
La costruzione del Teatro Quirino risale al 1871 e fu voluta dal Principe Maffeo Sciarra per supplire alla mancanza di luoghi di spettacolo nella zona centrale ad est del Corso.
Col nome di Quirino (come il colle e il tempio omonimi), il Teatro ospitò all’inizio spettacoli di marionette e farse popolari ed era frequentato da un pubblico colto, intellettuale e numeroso.
Nel tempo subì una duplice ristrutturazione: la prima, nel 1882 – sotto la direzione degli architetti De Angelis e Morra – consentì la trasformazione dell’edificio in un più elegante riferimento per la borghesia cittadina; la seconda, datata 1898 – realizzata da Belloli e da Moraldi – introdusse all’interno del teatro motivi di più elevata e tradizionale suggestione. Questo nuovo aspetto in “stile rinascimento”, più legato ai caratteri architettonici della facciata, si arricchì inoltre di un tocco di preziosismo con stucchi, ori, damaschi rossi, secondo modalità ed effetti di una tradizione decorativa intonata alla sontuosità ed al lusso, fu accolto con ampi consensi dall’opinione pubblica.
Il rinnovamento radicale avvenne nel 1914 ad opera di MARCELLO PIACENTINI e sancì una struttura assolutamente alternativa alla precedente: si cancellò l’immagine umbertina smantellando le strutture posticce aggiunte nel 1898, ovvero si abbandonò l’intonazione ancora floreale dell’idea iniziale a favore di una semplificazione e geometrizzazione di ispirazione “secessionista”. Il lavoro piacentiniano suscitò generali consensi e il teatro – dopo aver ospitato spettacoli di prosa, operetta, farse popolari e balletti – riaprì, in un clima di rinnovato entusiasmo, con una stagione lirica, sotto la direzione del Maestro PIETRO MASCAGNI.
Il Piacentini intervenne una seconda volta, nel 1954, con un ammodernamento che avvicinò il Quirino alle prestazioni quantitative e qualitative degli altri teatri: oltre all’aumento della capienza della sala, furono disposti locali per gli uffici da destinare all’ETI Ente Teatrale italiano, che lo ha gestito e programmato dal 1946 al 2009.
Nel 1982 è stato oggetto di una nuova ristrutturazione ad opera dell’architetto ENRICO NESPEGA, basata sulla razionalizzazione dell’illuminazione della sala e degli spazi interni ed esterni ad essa. Tra gli artisti che hanno abitato il nostro teatro ricordiamo: Ferruccio Benini, Ettore Petrolini, Eduardo De Filippo, Vittorio Gassman, Carmelo Bene, Carlo Giuffrè, Giorgio Strehler, Paolo Stoppa, Paola Borboni, Luca Ronconi e molti altri.
Dal Luglio del 2009, il Teatro Quirino è gestito da GEPPY GLEJESES, attore e regista napoletano e presidente dello Stabile di Calabria, dopo essersi aggiudicato una gara europea presentando il progetto più innovativo.
Teatro Quirinetta
Il Cinema Teatro Quirinetta venne realizzato nei sotterranei di Palazzo Sciarra da Marcello Piacentini, archistar dell’epoca, tra il 1923 e il ’26. Il cartellone, fino agli anni 40, prevedeva raffinati spettacoli musicali. Durante la guerra la sala si convertì in cinematografo. Nel ’46, dopo il restauro, mantenne la funzione di cinema fino alla fine degli anni 90. Cessò ogni attività nel 2002.
Il teatro è diretto da Geppy Gleijeses (direttore anche del Quirino), in collaborazione con Willer Bordon e Giovanna Marinelli.
Colosseo
L’Anfiteatro Flavio, meglio conosciuto col nome di Colosseo, è uno dei monumenti di epoca romana più famosi nel mondo. Il nome Colosseo deriva dall’enorme statua bronzea di Nerone che venne eretta nelle vicinanze e che, vista la grandezza, era conosciuto come il Colosso di Nerone. La costruzione dell’anfiteatro venne avviata da Vespasiano ma completata da Tito nell’80 d.C. e aperta al pubblico con una solenne inaugurazione durata ben cento giorni di cui rimangono delle descrizioni nelle cronache antiche.
Il Colosseo venne costruito con lo specifico scopo di dare alla Roma un luogo degno della fama dei suoi giochi gladiatorii che venivano in precedenza svolti nell’edificio provvisorio in legno fatto costruire da Nerone nel Campo Marzio dopo che il vecchio anfiteatro di Tito Stanlio Tauro andò distrutto nel famoso incendio del 64 d.C.
In precedenza i giochi erano svolti o nel Foro Romano o nel Foro Boario che venivano dotati per queste occasioni di strutture mobili.
Durante tutto l’Impero il Colosseo ebbe ripetutamente interventi di restauro dovuti a causa di incendi e terremoti: sono da ricordare interventi da parte di Antonino Pio, di Elioga balo e Alessandro Severo, quest’ultimo restauro dovuto a causa di un disastroso incendio nel 217 d.C., e altri restauri, commemorati da epigrafi, dopo il terremoto del 443 d.C. Dopo il 523 d.C. non si hanno altre notizie di spettacoli; il Colosseo iniziò la sua fase di degrado di rovina che trasformò l’anfiteatro in una cava di materiali per le costruzioni.
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Rivivi le atmosfere dei magici anni ’60 a bordo delle nostre Ape Calessino a propulsione elettrica!
Regalati, o regala, un indimenticabile Tour nella città di Roma a bordo delle nostre “MAIA” a propulsione elettrica con le quali puoi accedere alle zone di Roma che fino ad ora sono state inaccessibili ai tradizionali mezzi di trasporto.
Macsi
“MACSI” – Musica, Arte, Creatività, Spazio, Interazione. Un luogo creativo, vivace, pulsante e ricco di stimoli per chiunque vi acceda.
La sede ede si trova nel Cuore di Borgo Pio, a pochi passi da Castel Sant’Angelo e Piazza San Pietro, proprio all’ombra del Passetto di Borgo. Uno spazio creativo a Roma con ingresso su strada di oltre 80 Mq, sito in Vicolo del Campanile, 9-9b.
Un luogo formativo a Roma, attraverso l’Arte e la Cultura.
Domina Coral Bay Elisir – 5* superior
Domina Coral Bay Elisir 5* superior è un Resort che si affaccia sulla bellissima baia di Sheikh Coast, con una magnifica vista sul mare e sull´isola di Tiran, a pochi chilometri dall´aeroporto e dal centro turistico di Sharm el Sheikh. Questa struttura offre il fascino di un tipico villaggio in stile moresco, con le camere arredate in modo ricercato e tale da ricreare una squisita atmosfera orientale, dove eleganza e raffinatezza si sposano con il confort più totale.
La bellissima spiaggia privata, che si estende per oltre 1,8 km ed è protetta da una barriera corallina d’incomparabile bellezza, è attrezzata con ombrelloni, lettini e servizio di assistenza bagnanti. Per non compromettere l´integrità dei fondali e per rendere più confortevole la balneazione, l’accesso al mare è reso possibile da tre innovative piscine galleggianti, dalle quali ci si può immergere per ammirare lo spettacolo del mondo sottomarino o per praticare snorkeling.
Consigliamo questa splendida struttura a chi è alla ricerca di una vacanza completa, in un hotel raffinato, accogliente e che garantisce il massimo livello di confort. Il Resort rappresenta inoltre la soluzione ideale anche per gli appassionati di immersioni , che apprezzeranno la vicinanza con lo Sheikh Coast Diving Center.
Castel Sant’Angelo
Edificato intorno al 123 d.C. come sepolcro per l’imperatore Adriano e la sua famiglia, Castel Sant’Angelo ha un destino atipico nel panorama storico-artistico della capitale.
Mentre tutti gli altri monumenti di epoca romana vengono travolti, ridotti a rovine o a cave di materiali di spoglio da riciclare in nuovi, moderni edifici, il Castello – attraverso una serie ininterrotta di sviluppi e trasformazioni che sembrano scivolare l’una nell’altra senza soluzione di continuità – accompagna per quasi duemila anni le sorti e la storia di Roma.
Da monumento funerario ad avamposto fortificato, da oscuro e terribile carcere a splendida dimora rinascimentale che vede attivo tra le sue mura Michelangelo, da prigione risorgimentale a museo, Castel Sant’Angelo incarna nei solenni spazi romani, nelle possenti mura, nelle fastose sale affrescate, le vicende della Città Eterna dove passato e presente appaiono indissolubilmente legati.