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Teatro Verde
Il Teatro Verde è un teatro interamente dedicato all’infanzia e alla gioventù dal 1986, diventato negli anni un punto di riferimento insostituibile per i bambini, i ragazzi, le scuole e le famiglie romane. Circa 40.000 bambini ogni anno ci vengono a trovare e giocano con noi.
La stagione teatrale, va da ottobre a maggio, con spettacoli tutti i giorni: dal lunedì al venerdì, matinée per le scuole; il sabato e la domenica (e festivi) per le famiglie.
Gli spettacoli proposti prevedono sempre il coinvolgimento del pubblico, si avvalgono di una tecnica mista (attori, burattini, pupazzi, clownerie, giocolerie, ombre, proiezioni…), affrontano spesso temi sociali e prediligono la musica, i colori e i sentimenti.
Il Teatro Verde organizza anche laboratori teatrali espressivi (per adulti, per bambini, con persone diversamente abili), feste teatrali, letture animate, spettacoli di piazza; produce libri, cd e filmati produce e ospita mostre, rassegne e festival e mille altre attività dedicate all’infanzia.
Il Teatro è incontro. Il Teatro è relazione. Il Teatro è dialogo.
Il Teatro è un linguaggio e come tutte le lingue, è meglio impararle da piccoli.
Villa Farinacci
San Pietro a Pettine ( Trevi-Perugia)
Forse fu solo per caso che entrambe le mie nonne, Teresa e Quintilina, si fossero trovate agli inizi del ‘900 a condurre rispettivamente una trattoria e quello che oggi chiameremmo una bottega con cucina.
Probabilmente non fu poi così casuale che Nello Caporicci, figlio di Quintilina, insieme a sua moglie Maria, nel 1948 aprì un laboratorio per la trasformazione del tartufo e per la produzione di specialità alimentari, come il paté di cacciagione tartufato, l’indimenticabile galantina al tartufo e pistacchi, e le uova di quaglia con tartufo bianco, diventando precursore di un nuovo orientamento gastronomico.
E fu invece per me, allevato a tartufi e cucina, quasi una conseguenza inevitabile fare mio questo lavoro e questa passione.
Aprire La Cucina è stato la realizzazione di un sogno tramandatomi e poi condiviso con le persone a me più care. E’ stato quindi naturale scegliere come luogo non un posto qualsiasi ma casa mia, dove sono cresciute le mie figlie. E’ proprio una di loro, Alice, erede di questa tradizione familiare, a condurre una giovanissima brigata: Mikael Piccioni, figlio e nipote d’arte (suo nonno ero il cuoco preferito del maestro Michelangelo Antonioni), Jacopo Santucci strappato all’ arte pittorica e consegnato alla cura di Bacco, Etleva Arapi arrivata in Italia pensando di fare tutto tranne che lavorare in un ristorante e Nicola Olla con la sua pettinatura rockabilly. Loro sono i miei ragazzi ed io li amo alla follia.
Benvenuti a San Pietro a Pettine, benvenuti a casa mia.
Complesso museale di San Francesco.
Stazione Birra
Teatro Le Maschere
Sono i bambini e i ragazzi il nostro pubblico, ma anche le loro famiglie e gli insegnanti, da cercare, accogliere, accompagnare alla scoperta del teatro e dei suoi protagonisti. Un percorso che non si esaurisce nella visione di uno spettacolo, ma che costituisce un’esperienza complessa e articolata da esplorare e valorizzare nei suoi molteplici aspetti, con la convinzione che il teatro sia strumento concreto di educazione.
Educazione del “sentire”
Il bambino, immedesimandosi nei personaggi, vive contemporaneamente le emozioni, le paure, le gioie dell’interprete/attore operando su di sé una vera e propria “esperienza del sentimento”.
Educazione al “linguaggio”
E’ molto importante abituare i bambini, fin da piccoli, ai linguaggi complessi del teatro, sviluppando armoniosamente le sensibilità comunicative per descrivere situazioni, sentimenti, eventi; al contrario delle rigide modalità collegate all’esperienza televisiva, solitaria, limitata e ripetitiva.
Educazione del “gusto”
In uno spettacolo entrano in gioco luci, colori, materiali, effetti sia visivi che sonori. È di fondamentale importanza, per esempio, la scelta di un colore per evidenziare e far subito cogliere al bambino le qualità animiche di un personaggio; come l’uso di un effetto luminoso per sottolineare l’atmosfera di un’azione e la capacità della musica di enfatizzare o sottolineare uno stato d’animo.
Educazione “sociale”
Il bambino assume un contegno diverso per le diverse situazioni d’apprendimento, non può essere tutto uguale (scuole, teatro, museo ecc.). A teatro non si può parlare, mangiare o giocare come a casa davanti alla televisione o a scuola durante la ricreazione.
Pensiamo ai ragazzi dunque non come dei consumatori passivi, ma come “persone” che si affidano agli adulti per dialogare, crescere, orientarsi, migliorare e alle volte anche … guarire.
Tante le nostre proposte, spettacoli, laboratori e uno sportello di consulenza didattica che, attraverso la preparazione di materiali da usare in classe prima e dopo la visione, vuole creare uno spazio d’incontro tra teatro e scuola, perché l’esperienza teatrale possa essere realmente partecipata e consapevole.
Chiesa di S. Francesco
l complesso museale di San Francesco ha sede nell’omonimo convento, sviluppatosi a Trevi a partire dal XIII secolo. L’intero complesso, abbandonato dopo le soppressioni napoleoniche, subì varie destinazioni d’uso e dal 1997, dopo lavori di restauro ed adattamento, accoglie il Museo civico costituito da: antiquarium, pinacoteca, chiesa di San Francesco e Museo della civiltà dell’ulivo.
Parco di Villa Fabri
Villa Fabri – Trevi (Perugia)
Completamente incorniciata dal tipico paesaggio umbro degli ulivi, dominante lungo i dolci declivi tra Assisi e Spoleto, la cinquecentesca Villa Fabri è ubicata a metà collina, appena fuori la Porta del Lago, a Trevi. Fu Girolamo Fabri a ordinarne la costruzione alla fine del Cinquecento “per sollievo della sua vecchiaia, a gioia dei posteri e del paese”. Nel 1891 fu acquistata dal Collegio Boemo e successivamente passò al Collegio Etiopico. Nel 2000, con l’acquisto da parte del Comune di Trevi, la storia della villa cambia. E’ anche in seguito alla recente “affiliazione” alla rete europea dei Giardini (European Gardens Heritage Network-EGHN) che la villa diviene sede della Rete Regionale Ville, Parchi e Giardini dell’Osservatorio per la biodiversità e il paesaggio rurale. Il palazzo prende forma nel corpo principale e nell’ala aggiunta dai boemi. Il piano nobile è riconoscibile dai tre arconi centrali e dalle finestre a edicola. Le facciate sono finemente decorate da graffiti che rappresentano figure di angeli e santi boemi e, sul lato nord, da alcune città della Boemia. Tali decorazioni risalgono al periodo tra il 1912 e il 1914 e sono opera di B. Cila e dell’abate benedettino Pantaleo Mayor. Curato è anche l’interno della villa, che custodisce sin dall’atrio più di una sala dipinta, luoghi suggestivi e ricchi di figure allegoriche, e una cappella, anch’essa opera del Cila e dell’abate Pantaleo Mayor, che rappresenta un interessante e pressoché unico esempio italiano della scuola del Beuron, movimento artistico svedese sviluppatosi nella metà del XIX secolo ed ispirato a modelli pittorici egizi, greci, romani e bizantini. Il giardino della villa è organizzato su tre terrazzamenti erbosi. Li incornicia a sud-est una vasta area coltivata ad olivi (detta, appunto la “chiusa”) da cui viene prodotto olio extravergine. Ed è proprio da sud-est che si può ammirare la facciata più suggestiva e imponente del complesso con, in particolare, la doppia scalinata in pietra tra il secondo e il terzo livello, con ninfeo a tre nicchioni, di cui quello centrale impreziosito da telamoni lapidei.
Basilica di San Lorenzo in Damaso
Basilica di San Lorenzo in Damaso
La basilica di San Lorenzo in Damaso è un luogo di culto cattolico di Roma, nel rione Parione, incorporata nel palazzo della Cancelleria, nella piazza che da questo prende nome; l’ingresso principale della chiesa è inserito nell’area destra della facciata principale del palazzo.
Sulla basilica insistono gli omonimi parrocchia, affidata al clero diocesano di Roma, e titolo cardinalizio.
La chiesa è nota sin dall’antichità, dal sinodo di papa Simmaco, (499) come Titulus Damasi. Secondo la tradizione, San Lorenzo in Damaso fu costruita per la prima volta da papa Damaso I nella sua casa verso il 380.