La Galleria degli Uffizi è un importante museo italiano situato a Firenze ed è uno dei più conosciuti e rilevanti al mondo.
L’edificio ospita una superba raccolta di opere d’arte inestimabili, derivanti, come nucleo fondamentale, dalle collezioni dei Medici, arricchite nei secoli da lasciti, scambi e donazioni, tra cui spicca un fondamentale gruppo di opere religiose derivate dalle soppressioni di monasteri e conventi tra il XVIII e il XIX secolo.
Divisa in varie sale allestite per scuole e stili in ordine cronologico, l’esposizione mostra opere dal XII al XVIII secolo, con la migliore collezione al mondo di opere della scuola toscana, e fiorentina in particolare, che permette di apprezzare lo sviluppo dal gotico al Rinascimento fino al manierismo, da Cimabue a Michelangelo, passando per Giotto, Leonardo da Vinci e Raffaello. Senza pari è la raccolta di opere di Sandro Botticelli. Ben rappresentate, con autentici capolavori, sono anche le altre scuole italiane ed europee (Mantegna, Tiziano, Parmigianino, Dürer, Rubens, Rembrandt, Caravaggio, Canaletto, ecc.). Di grande pregio sono anche la collezione di statuaria antica e quella dei disegni.
Nel 2008 è stato visitato da 1.553.951 persone rendendolo il museo d’arte italiano più visitato.
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Teatro Nuovo
Questa volta non vogliamo presentarVi uno spettacolo di successo, ma il Teatro con Il suo spazio, la grande duttilità delle sue strutture, adattabili a manifestazioni diverse.
Il Teatro Nuovo è nel centro di Milano, in piazza San Babila.
Capace di 1100 comodi poltrone di velluto, attrezzato ed attrezzabile per: spettacoli di ogni tipo, convegni, mostre, sfilate, dimostrazioni, manifestazioni, ecc.
La sala può essere allestita per ospitare una sfilata di moda: Una spaziosa passerella al centro circondata da 5 settori di poltrone (3 frontali e 2 laterali).
Il Teatro ha ospitato le sfilate di: Annabella, Armani, Saint Laurent, Jean Luis David e molte altre prestigiose firme. Il Teatro ospita da diversi anni il Gran Galà della Pubblicità ed il prestigioso premio MediaKey, i concerti di Elvis Costello, Eugenio Finardi, e ancora tanti altri grandi artisti.
Il Teatro Nuovo non offre solo un’ampia e prestigiosa sala, ma tutte le sue strutture sono moderne ed ideali per manifestazioni, galà, convegni, mostre, concerti
Hopps Hotel ***
L’hotel sorge sul lungomare di Marzara del Vallo, a 500 mt. dal centro storico ed mt. 700 dalla Stazione ferroviaria. Dista 40 km. dall’aeroporto di Trapani Birgi e 100 km. di autostrada dall’aeroporto internazionale di Palermo Falcone-Borsellino.
Al centro di una ricchissima zona archeologica, punto di partenza di interessanti escursioni per Agrigento, Selinunte, Erice, Segesta e la bellissima isola di Mothia.
Parcheggio:
Ampio parcheggio per auto e pullmans non custodito ma tranquillo e sicuro.
Ricettività:
Le camere sono fornite di bagno, televisione satellitare, telefono diretto, impianto di climatizzazione regolabile dal cliente
Ampio giardino con piscina, spiaggia privata attrezzata raggiungibile con bus-navetta, gratuita solo per gli alloggiati che utilizzano i servizi di pensione, dal 1 al 31 agosto compreso.
Animazione e Piano-bar tutte le sere dal 1° al 31 agosto.
Frigobar a richiesta (disponibilità limitata) e con supplemento, accesso ad animali domestici di piccola taglia, room-service.
Ristorazione:
Piccola carta con scelta tra tre portate dal 10 al 31 agosto bevande ai pasti incluse nei servizi di pensione. Cucina tipica siciliana, n. 2 sale Ristorante (min.70 – max 350)
Piccola colazione inclusa nel prezzo della camera
Servizio Bar, Sala Colazione con servizio a Buffet di tipo continentale
Sale Riunioni:
Sala Gamma da n. 45 posti
Sala Convegni da n.250 posti con Sala espositiva annessa
Salone delle Feste per i Banchetti da 400 posti
Informazioni varie:
Piscina attrezzata anche per i bambini
Accesso ai portatori di handicap. Aperto Tutto l’anno
Accettate tutte le carte di credito per i pagamenti
Ultima ristrutturazione novembre 2002
Ubicazione turistica:
Al centro di una ricchissima Zona Archeologica, punto di partenza di interessanti escursioni per la Valle dei templi ad Agrigento (100 km.), Selinunte ( 30 km.) – Erice (55 km.) – Segesta (70 km.) – Mothia (30 km.)
Palazzo Sciarra
Palazzo Sciarra
La Fondazione Roma ha sede nello storico edificio di Palazzo Sciarra, che si affaccia su via del Corso, nel cuore della città. Qui, fin dai primi secoli del Cristianesimo, sorsero alcuni dei più antichi edifici sacri e, a partire dal XV secolo, importanti dimore patrizie. La sua costruzione fu promossa nella seconda metà del Cinquecento dagli Sciarra, ramo della famiglia Colonna che deteneva il principato di Carbognano, sul sito dove i Colonna possedevano due nuclei edilizi distinti, detti rispettivamente “palazzo imperfetto” e “palazzetto”, di cui nel 1610 l’architetto milanese Flaminio Ponzio progettò l’unificazione. Nel 1641 alla guida del cantiere subentrò Orazio Torrioni, autore della nobile e severa facciata, riquadrata da cantonali bugnati, coronata da un cornicione a mensole e scandita da tre ordini di finestre. L’ingresso monumentale è caratterizzato da un arco bugnato, a cui si antepongono, poste su alti plinti, due colonne scanalate con capitello composito, a sostegno del balcone balaustrato del primo piano. Il fronte dei plinti e la balaustra sono arricchiti da colonne scolpite in rilievo, a ricordo della provenienza della famiglia Sciarra da quella prestigiosa dei Colonna. Il palazzo, proprio per la bellezza del portale, era incluso tra “le quattro meraviglie di Roma”, assieme al cembalo Borghese, al dado Farnese e alla scala Caetani. Nel Settecento il cardinale Prospero Colonna promosse l’adeguamento del palazzo allo stile dell’epoca. Al rinnovamento architettonico e pittorico partecipò anche l’architetto Luigi Vanvitelli, amico del Cardinale, che ne progettò la ristrutturazione. La Libreria domestica, la piccola Galleria, il Gabinetto degli Specchi, ricchi di decorazioni pittoriche, sono alcuni degli ambienti nati da questi interventi, che accrebbero il valore storico ed artistico del palazzo. Alla fine dell’Ottocento Francesco Settimi si occupò del restauro degli edifici circostanti, dell’ampliamento dell’ala destra dello stabile e del rifacimento del cortile. Il palazzo fu notevolmente ridotto nelle dimensioni tra il 1871 e il 1898, quando il principe Maffeo Sciarra affidò a Giulio de Angelis l’apertura dell’adiacente via Minghetti, la realizzazione dell’isolato del palazzo, del teatro Quirino e della retrostante Galleria Sciarra.
Basilica di S. Clemente
La Basilica di San Clemente è una delle più famose tra le chiese medievali di Roma, ed è sviluppata su tre livelli che si sono sovrapposti attraverso i secoli. Al livello superiore vi è la basilica medievale vera e propria, completata nel 1123. L’ingresso principale su Piazza San Clemente è inquadrato in uno splendido protiro del XII secolo e da una cornice marmorea dello stesso periodo. Si accede così ad un cortile interno, quadriportico con colonne ioniche e architravi, che precede la facciata settecentesca con un piccolo campanile. L’interno preserva ancora l’aspetto medievale, nonostante diversi rimaneggiamenti nei secoli successivi. È suddiviso in tre navate, ciascuna terminante con un abside. Le colonne antiche, di varia provenienza, hanno capitelli ionici in stucco (rifatti), il pavimento è un bell’esemplare cosmatesco; nel mezzo della navata la schola cantorum, del XII secolo, ma che reimpiega diversi frammenti provenienti dalla chiesa inferiore, così come riutilizzata è la cattedra episcopale. Nell’abside centrale è conservato il meraviglioso mosaico, raffigurante il Cristo crocifisso tra la vergine e S. Giovanni Evangelista. Dalla sagrestia si accede alla basilica paleocristiana inferiore, costruita alla fine del IV secolo; essa presenta tre navate, divisa da colonne, ed è preceduta da un nartece; per tutto l’alto medioevo fu una delle più importanti di Roma, arricchita da affreschi e arredi vari. Questa basilica venne gravemente danneggiata durante il sacco dei Normanni di Roberto il Guiscardo, nel 1084, e, dopo un breve tentativo di ripristino di cui testimoniano alcuni affreschi, venne abbandonata e interrata per costruirvi sopra la nuova basilica. Al terzo livello, infine, si conservano resti di edifici pubblici e privati, separati da un vicolo, ora coperto, databili al I e II secolo d.C.; nell’edificio privato nel III secolo fu realizzato un mitreo, rapidamente trasformato in luogo di culto della venerata memoria di S. Clemente, terzo pontefice dopo S. Pietro, martire sotto Traiano.
Galleria Borghese
La Villa Borghese “fuori Porta Pinciana”, all’interno della quale è situata la Galleria, sorse all’inizio del sec. XVII intorno a un iniziale possedimento della famiglia, a cui furono progressivamente annessi altri terreni fino alla costituzione di un immenso parco. La rapida ascesa dei Borghese, di origine senese, nel contesto romano, culminò nell’elezione a pontefice di Camillo (1605-1621) che, con il nome di Paolo V, avviò la grande stagione di interventi urbanistici e di straordinarie imprese collezionistiche. Protagonista assoluto di questo scenario, nonché della rappresentanza diplomatica e cerimoniale della corte pontificia, fu il nipote prediletto del papa, il cardinale Scipione Caffarelli Borghese (1577-1633). La costruzione della Villa Borghese, avviata a partire dal 1607 e condotta in modo sostanziale fino al 1613 sotto la direzione di Flaminio Ponzio, fu portata a compimento da Giovanni Vasanzio (il fiammingo Jan Van Santen) secondo l’impianto architettonico delle tradizionali ville suburbane, come le cinquecentesche Villa Farnesina alla Lungara e la Villa Medici al Pincio. La leggerezza della struttura, articolata in corpi aggettanti collegati da un portico, garantiva il perfetto inserimento nel contesto naturale, mentre la luminosità della facciata, ornata da rilievi e sculture antiche, riproduceva all’esterno la ricchezza delle opere contenute nei suoi ambienti. Altri edifici che componevano l’assetto complessivo della villa, tra cui l’Uccelliera (1617-1619) e i giardini (1620), sarebbero stati portati a compimento sotto la direzione dell’architetto Giovanni Vasanzio, con aggiunte successive di fabbricati realizzati alla fine del XVII secolo da Carlo Rainaldi. A partire dal 1770 la Villa fu sottoposta a un radicale rinnovamento dell’apparato decorativo, promosso da Marcantonio IV Borghese (1730-1800) e condotto sotto la direzione dell’architetto Antonio Asprucci. Una schiera di pittori, quali Mariano Rossi, Domenico Corvi, Christoph Unterberger, Anton von Maron, Giuseppe Cades, Nicolò Lapiccola, Tommaso Maria Conca, così come gli scultori Antonio Pacetti, Agostino Penna, Tommaso Righi e l’argentiere Luigi Valadier intervennero nella decorazione degli ambienti, facendo della Villa Pinciana un modello di rinnovamento stilistico di portata europea, a ridosso del definitivo affermarsi del Neoclassicismo. Nel nuovo allestimento Asprucci dispose i maggiori capolavori della scultura antica, oltre all’Apollo e Dafne di Bernini, secondo un nuovo criterio espositivo, ponendoli al centro di ogni sala e raccordando l’intero tema decorativo al nucleo iconografico del gruppo scultoreo. Nonostante la rimozione delle sculture archeologiche dell’antica collezione del cardinale Scipione – conseguente alla vendita imposta nel 1807 da Napoleone a Camillo Borghese (1775-1832) – e le successive integrazioni ottocentesche, ancora oggi, la decorazione delle sale rispecchia i criteri dell’allestimento voluto da Antonio Asprucci.
Gran Teatro di Piazza S.Marco
Il Gran Teatro è il grande palcoscenico allestito dall’11 al 21 febbraio 2012 in Piazza San Marco in occasione del Carnevale.
Il grande palco teatrale rappresenta il cuore di questa che è una tra le più famose manifestazioni al mondo, e permette al pubblico di vivere il Carnevale da protagonista!
Oltre ai tradizionali spettacoli come il “Volo dell’angelo”, la “Festa delle Marie” e la “Maschera più bella”, ospita rappresentazioni più innovative come show delle compagnie coreografiche e spettacoli di circo-teatro.
Sul palco sfilano maschere provenienti da tutto il mondo e l’aspetto più divertente è la fantasia nella scelta delle maschere che spaziano dai costumi più tradizionali a quelli più innovativi e divertenti.
Tutto questo prende vita nell’esclusivo ed inedito contesto in cui sarà possibile partecipare ai pomeriggi e alle serate di intrattenimento tipiche del Carnevale, con balli, feste con intrattenimento pre-serale dell’aperitivo e Dj set che accompagneranno elettrizzanti happy hour.
Spettacolo Itinerante a Venezia
spetatcolo teatrale itinerante a venezia, carnevale di venezia
Teatro Aurelio
Negli anni ’70 la struttura dove oggi sorge il Teatro Aurelio ospitava il cinema della parrocchia S. Pio V, chiamato familiarmente, come molte sale di periferia, “il Pidocchietto”.
Il Teatro vero e proprio esiste dal 2005, prima con il nome di Teatro S. Pio V, poi dal 2008 con quello di Teatro Aurelio. Da quel momento, il quartiere ha visto una crescita sempre più consistente di un’offerta culturale che prima quasi non esisteva.
L’Associazione culturale Il Raggio gestisce il Teatro dal 2006, e da subito ha organizzato una stagione teatrale composta da spettacoli di compagnie professioniste ed amatoriali, offerta che nel corso degli anni è diventata sempre più interessante e completa. Agli spettacoli teatrali si sono affiancate iniziative di teatro per bambini, serate di cabaret, concerti di musica classica, jazz e rock.
Il Teatro ha promosso ed ospitato anche interessanti eventi fuori cartellone, tra i quali sono da ricordare i Match d’improvvisazione teatrale, “Madre Teresa – il musical” ed il concorso letterario nazionale “Scriviamo insieme”.
Dal 2010 il Teatro Aurelio ha una sua compagnia stabile, composta da attori e tecnici di pluriennale esperienza teatrale. I loro lavori spaziano dal teatro di prosa classico a testi contemporanei, dal teatro comico napoletano alla commedia dell’assurdo.
L’attività della struttura è inoltre arricchita da corsi e laboratori teatrali, artistici e culturali, tenuti da insegnanti professionisti e qualificati e destinati sia agli adulti che ai bambini.
Basilica di S.Cecilia in Trastevere
Santa Cecilia è una santa romana del II-III secolo. Fu una giovane romana, martire al tempo di Urbano I (222-230), il cui culto risale al V secolo. Secondo la tradizione fu una nobile fanciulla cristiana che la sera delle nozze rivelò a suo marito di essersi convertita al Cristianesimo, facendo voto di castità ed inducendo anche lui alla conversione. Venne uccisa con la decapitazione dopo suo marito Valeriano, il fratello del marito Tiburzio e Massimo.
Alla morte di questi, un certo Almachio volle impossessarsi dei beni dei due fratelli, mandò a prendere Cecilia, la interrogò e la condannò a morte, facendola immergere in liquidi bollenti, ma la donna ne uscì illesa. Si optò allora per la decapitazione, dopodiché la giovane sopravvisse tre giorni, durante i quali riuscì a donare tutti i suoi beni ai poveri e la sua casa alla Chiesa.
Mancando documenti scritti, si pensa che questa sia una leggenda e che comunque Cecilia non abbia subito il martirio. La giovane venne sepolta nelle Catacombe di S. Callisto, in un posto d’onore, accanto alla “Cripta dei Papi”. Più tardi il Papa Pasquale I, grande devoto della Santa, ne trasferì il corpo nella cripta della basilica di Trastevere, a lei dedicata.