Teatro de’Servi

La Società Cooperativa LA BILANCIA si occupa della gestione e della direzione artistica del Teatro de’ Servi di Roma dal 2002.
Ha prodotto dal 1979 ad oggi oltre 150 spettacoli di prosa, dedicando particolare attenzione alla nuova drammaturgia italiana.
Dal 1982 al 1989 ha curato la “Rassegna autori italiani under 35”.
Dal 1986 al 1988 ha curato la direzione artistica ed amministrativa del Piccolo Teatro di Siena, realizzando oltre alla normale attività di cartellone, manifestazioni e rassegne di vario genere.
Dal 1998 produce COMIcittà – Rassegna di drammaturgia comico-metropolitana (edizione 2000/2001 al Teatro Belli di Roma, edizione 2001/2002 al Teatro de’ Servi di Roma, in collaborazione con il Comune di Roma).

Teatro Salone Margherita

L’arrivo delle Belle Époque e della grande stagione del café chantant fu accolto con entusiasmo dai frequentatori del Salone Margherita. Era un successo acquisito perché l’ambiente del café chantant era luogo di ritrovo per artisti, ballerine, cantanti ma anche dame e gentiluomini sempre proiettati nell’avventura, nella vitalità incontrollata di persone che non hanno scrupoli moralistici e che vogliono divertirsi.
Toulouse Lautrec con poche pennellate colse quel mondo, disegnando ciò che vedeva; ballerine, artisti e modelle, raffigurando non solo gli scintillii, ma anche figure stilizzate dalle stampe giapponesi dove i gialli e gli arancioni morbidi danno il colore del varietà.
L’aspetto erotico o quello più deliberatamente sessuale, ebbe una notevole importanza nell’affermazione del café chantant, tanto che molti vi si recavano per respirare l’aria un po trasgressiva e perversa, per cercarvi compagnia, per ammirare ed applaudire le attrici e gli attori che si esibivano, spesso su una semplice pedana, nei loro numeri di cantanti fantastici, comici ricchi di malizia e d’ironia trascinando il pubblico all’applauso e nel consenso.
In Italia uno dei primi café chantant fu appunto il Salone Margherita che, ispirandosi ai corrispondenti locali francesi e per darsi un certo tono, ne importò le principali vedettes.
Poco dopo approdarono comici e primedonne nostrane, bellissime cantanti e ballerine, nuove chanteuses non più d’importazione. Poi si cominciò ad esportare le bellezze locali impostesi all’attenzione di questo teatro: Lina Cavalieri, Amalia Faraone, Anna Fougez e tante altre. Gli artisti non furono da meno.

Ettore Petrolini, nato macchiettista e freddurista terribile, era sempre pronto alla battuta improvvisata e spesso dialogata col pubblico nel quale suscitava una frenesia di risate. La composizione più classica frale sue canzoni teatrali resta sempre Gastone.

Renato Cantalamessa, il creatore della celebre A risa in cui la sua ilarità si diffondeva prodigiosamente a tutta la platea.
Soleva ripetere “mi è sempre piaciuto di stare in allegria, io la malinconia non saccio che robb’é”. La parodia e lo scherno dei personaggi pubblici sono stati sempre i suoi temi preferiti.

Raffaele Viviani che nelle pittoresche vesti dello scugnizzo compiva sulla scena capriole e lazzi dipingendo mimicamente la monelleria e la dolcezza dei suoi monologhi passando rapidamente dalla macchietta dello spazzino, dell’ubriaco o del cameriere del caffè di notte alle interpretazione dell’acquaiolo: tanto vivi erano i personaggi che si distaccò da tutti gli altri comici contemporanei da lui definiti guappi di cartone.

Trilussa, perennemente circondato da belle donne, fu abile a cogliere i tic dei borghesi per tramutarli in sfottò e darli in pasto alla gente della strada.

Nicola Maldacea, detto il buffo, fu abile nel creare personaggi dal vero. Gustosissima la macchietta del Superuomo che divertì moltissimo Gabriele D’Annunzio che reagì con grande spirito tanto da pregarlo di replicare il numero. Lanciò la nota canzone Lilì Kangj. Le sue macchiette furono più volte straordinariamente interpretate da Nino Taranto.

Gennaro Pasquariello il quale alternò la canzonetta comica a quella sentimentale o drammatica, tanto che i migliori compositori dell’epoca come Bovio, Murolo e Galdieri scrissero delle canzoni appositamente per lui. Quando interpretava uno sketch riusciva a trasmettere con la voce un fremito di commozione o di risata che trascinava la platea in un diluvio di applausi.

Alfredo Bambi fu uno dei macchiettisti più brillanti, impareggiabile nelle truccature e nel brio con cui raccontava le sue storielle pepate, ricche di doppi sensi. Il pubblico rideva e applaudiva senza stancarsi mai e Bambi non chiedeva di meglio. Lanciò diverse subrettine, ma una in particolare che chiamò, anagrammando il suo nome, Bimba. Divenne una diva di gran classe; cantava con un aria da ingenua sognatrice tanto da far girare la testa a tutti gli studenti che venivano in questo teatro ad applaudirla.

I fratelli De Rege, rievocati più volte dal duo Walter Chiari e Campanini soprattutto per lo schetch Non so, se rendo l’idea.

Vincenzo Valente, autore della macchietta Pozzo fa o’ prevete che con poche pennellate descriveva un luogo o una persona. Scrisse molte canzoni frale quali Torna, Signorella e Simmo napule paisà. La sua canzone Serenata ‘a na femmena fu scritta per Mignonette.

Pasquale Villani che interpretava brani di grande successo Ciccio Formaggio e Dove sta Zazà. Si impose anche nella canzone con la Rumba Degli Scugnizzi e Il gerente responsabile.

Il teatro di varietà con una gradevole orchestrina, con mutevoli fondali ed un riflettore che lanciava fasci di luce al magnesio sulle generose scollature delle folleggianti eccentriche ed irresistibili artisti conquistò il consenso del pubblico. I tempi cambiano, ma la comicità ha sempre un ruolo decisivo nello spettacolo sin dai posteggiatori d’altri tempi ai comici di oggi.

Del resto, gli artefici di un teatro di varietà che hanno avuto sempre un strepitoso ed incontrastato successo, li troviamo appunto nell’avanspettacolo donde vennero una serie di comici che dovevano avere in seguito una gran fortuna: Dapporto, Campanini, Rascel, Fabrizi, Fregoli, Totò e tanti altri ancora, oggi ricordati non tanto per valorizzare il passato, quanto per ammonire che se un’epoca è sfiorita, l’inarrestabile ricambio trova pronti alla ribalta i nuovi comici che intendono esibirsi quali protagonisti di una gioia di vivere al servizio della platea fra le pareti e gli stucchi di questo teatro.

Teatro dell’Angelo

Negli anni ’30, in questo luogo la gente del quartiere veniva a ballare; poi lo spazio divenne un archivio, poi un magazzino e a poco a poco restò vuoto e abbandonato.
Solo il tempo, la passione e la volontà di Bedi Moratti, sorella di Massimo, e figlia di Angelo, presidente della squadra dell’Inter negli anni ’60, da cui il nome del Teatro, (che abbiamo scelto di mantenere) ne hanno fatto un teatro nel 1995, inaugurato da Vittorio Gassman.
Tra i nomi più noti che qui hanno dato vita a grandi spettacoli ricordiamo Carmelo Bene, Gabriele Lavia e Nicola Piovani.
Il Teatro dell’Angelo ha inoltre collaborato per più di due anni con il Teatro Argentina di Roma. Un successivo abbandono, negli ultimi cinque-sei anni, per motivi a noi non noti, lo ha condotto ad uno stato nuovamente fatiscente. Antonello Avallone, già direttore artistico del Teatro dei Cocci di Roma dal 1992 al 2004, nel mese di luglio 2006, con simile impegno, passione e determinazione ha affrontato questa nuova sfida: dare nuova vita ad un teatro unico a Roma per la sua struttura architettonica.
Una serie di spettacoli di autore, all’insegna del divertimento intelligente, e di eventi di grande interesse e di alto livello culturale, daranno luogo alla seconda stagione del nuovo Teatro dell’Angelo, che ha festeggiato la sua nascita il 10 ottobre 2006.
Location per congressi, convegni, eventi, expo, conferenze, meeting aziendali, casting e sfilate di moda.
Il Teatro dell’Angelo situato nel centro storico di Roma è il luogo ideale per organizzare i vostri eventi. Lo staff del teatro è in grado di offrirvi tutti i servizi necessari per la perfetta riuscita del vostro evento.

Time Elevator

Time Elevator Roma, la prima macchina del tempo per fare un viaggio attraverso la storia della Città Eterna. La leggenda di Romolo e Remo, l’assassinio di Giulio Cesare, Nerone e Michelangelo durante la realizzazione della Cappella Sistina. Sarà possibile assistere anche alla ricostruzione virtuale di monumenti unici al mondo come il Colosseo, il Tempio di Vesta, le Terme di Caracalla fino agli splendori della Roma rinascimentale e Barocca……. e molto altro ancora!
Quest’esperienza unica, con la proiezione su tre schermi panoramici, audio in dolby sorround, disponibile in sei lngue diverse (italiano, inglese, francese, spagnolo, tedesco e russo), effetti multisensoriali come pioggia e vento etc.., e l’innovativo simulatore di volo con piattaforme mobili (simulano il movimento del filmato) che rende lo spettatore protagonista.
Time Elevator Roma è un viaggio Multimediale e coinvolgente tra gli elementi storici, artistici e culturali che hanno reso grande Roma. La leggenda di Romolo e Remo, l’assassinio di Giulio Cesare, Nerone e Michelangelo durante la realizzazione della Cappella Sistina. Sarà possibile assistere anche alla ricostruzione virtuale di monumenti unici al mondo come il Colosseo, il Tempio di Vesta, le Terme di Caracalla fino agli splendori della Roma rinascimentale e Barocca……. e molto altro ancora!
3 Schermi panoramici, audio in dolby sorround, disponibile in sei lngue diverse (italiano, inglese, francese, spagnolo, tedesco e russo), effetti multisensoriali come pioggia e vento etc.., e l’innovativo simulatore di volo con piattaforme mobili (simulano il movimento del filmato) che rende lo spettatore protagonista.
Durata spettacolo: 45 minuti

Teatro dei Satiri

Quel 29 settembre del 55 a.C. a Roma è festa grande. Il personaggio più potente del momento, il vincitore degli schiavi ribelli di Spartaco, il trionfatore sui pirati del Mediterraneo, su Siriani, Armeni, Palestinesi, l’uomo che ha portato le legioni romane fino al mar Caspio ed ha triplicato le entrate dello Stato, il console Pompeo, detto da Silla “il grande” festeggia il suo anniversario.
Per l’occasione Pompeo regala ai Romani un teatro, il primo teatro in muratura della città, un’opera imponente. Le gradinate sono di eccezionale ampiezza e possono ospitare fino a 40.000 spettatori. Il diametro della cavea è di 150 metri. E’ un teatro-tempio perché sul centro della cavea sporge il podio dell’altissimo tempio a Venere Vincitrice. Dietro il palcoscenico lo sconfinato colonnato di un portico (m.180 x 135), arricchito di quattordici enormi statue delle nazioni da lui sottomesse, circonda un’area con fontane, ninfei e due folti boschi di platani. Il porticato, sotto il quale gli spettatori potranno riparare in caso di pioggia, termina con un grande ambiente proprio davanti ai quattro antichi templi dell’Area Sacra. E’ la Curia di Pompeo per le periodiche riunioni del Senato ed è dominata da una sua grande statua, che lo ritrae con il globo nella mano destra.
Come ci riferiscono gli storici Livio e Tacito, la costruzione di teatri stabili nell’Urbe è tassativamente vietata. Nel 154 a.C. il Senato aveva fatto abbattere un teatro in muratura “in quanto inutile e dannoso per i costumi della città.” Per lungo tempo gli spettacoli devono svolgersi su palcoscenici di legno, smontati subito dopo le rappresentazioni. Sono proibiti anche i sedili e gli spettatori seguono gli spettacoli in piedi. L’ostilità della classe aristocratica non è del tutto ingiustificata. Gli spettacoli teatrali sono pieni di oscenità e di allusioni politiche e il pubblico si sente legittimato dalla forza del numero a manifestare con grida, battere di piedi e fischi. I teatri sono causa di degenerazione e di potenziali sommosse.

All’Ombra del Colosseo

All’Ombra del Colosseo è alla tredicesima edizione.
Organizzata dall’Associazione Castellum con il sostegno dell’Assessorato alle Politiche Culturali e della Regione Lazio, con il Patrocinio dei Ministeri dei Beni e della Attività Culturali, delle Biblioteche di Roma e dell’Agenzia Comunale per le Tossicodipendenze , la storica kermesse romana dedicata al cabaret e alla comicità che si terrà dal 20 giugno al 8 settembre nel Parco del Celio.
Questa prossima stagione avrà come slogan “CHE TAJO!” per un calendario ancora più ricco di risate.

Auditorium della Conciliazione

L’Auditorium della Conciliazione di Roma vanta una grande tradizione di eventi di respiro internazionale che l’hanno collocato tra i palcoscenici più prestigiosi della Capitale.