Teatro Tirso de Molina

Il teatro prende il nome dal commediografo spagnolo Tirso de Molina famoso perchè con l’opera “Il beffatore di Sevilla” inaugurò la tradizione europea del don Giovanni. Situato nei pressi del centralissimo quartiere Coppedè, uno dei più eleganti della città, il teatro è facilmente raggiungibile sia in auto che con il trasporto pubblico. Il pubblico viene accolto in un ambiente caldo e confortevole da uno staff giovane e cordiale. Dal 2004, sotto la direzione artistica di Achille Mellini, la programmazione del teatro è dedicata a Roma e alla romanità attraverso la rappresentazione di commedie che ripercorrono la tradizione e la comicità prettamente capitoline. Dal 2008 il Teatro Tirso de Molina registra oltre 30.000 presenze l’anno e si classifica come unico Teatro stabile di tradizione Romana, grazie all’eccellente lavoro di promozione svolto da Emanuela Pastorelli, responsabile dell’ufficio promozione e gruppi. Il tutto all’insegna del divertimento e della risata.

Sotto la Direzione Artistica di Achille Mellini, il Tirso de Molina, è l’unico Teatro a Roma in cui si rappresenta “la romanità” attraverso spettacoli comici che riportano alla luce il folklore del popolo romano.

Il Progetto «Salvaguardia della romanitá» fa parte dei nostri obiettivi ormai da diversi anni e l’impegno è quello di produrre e promuovere la cultura e le tradizioni che sono state dimenticate, ma che fanno parte delle radici del popolo romano, divertendosi.

Il Teatro Tirso de Molina rappresenta una scelta alternativa valida nel panorama teatrale della capitale per fare conoscere tradizioni ed usi di un popolo, quello romano, che tanto e stato declamato per il suo essere generoso, leale, fiero, con un forte senso dell’onore.

Teatro Sala Umberto

Il Teatro Sala Umberto sorge in Via della Mercede, nel cuore del centro storico di Roma, a due passi da Piazza di Spagna e da Piazza San Silvestro. La sala, in stile liberty, dispone di 500 posti e di un ampio palcoscenico che consente qualsiasi tipo di allestimento. Il teatro, completamente ristrutturato, comprende un foyer di 400 mq diviso in diversi ambienti, rinnovato come spazio espositivo e ideale per l’allestimento di rinfreschi, mostre, incontri letterari, serate musicali, sfilate, performance e happening. Già da qualche anno il teatro affianca con crescente successo alla sua attività stagionale di prosa, musica e teatro ragazzi quella di “contenitore” ideale per eventi culturali e manifestazioni quali convegni, dibattiti, rassegne teatrali, cinematografiche e di danza, presentazioni di libri, esposizioni, presentazioni stampa, seminari, sfilate, corsi di formazione professionale, laboratori di teatro e d’arte.

Offre inoltre spazi e servizi personalizzati alle diverse esigenze delle aziende, mettendo a disposizione un adeguato supporto tecnico-esecutivo nella progettazione e realizzazione di eventi promozionali di marketing strategico, personale specializzato, nonché tutti i servizi accessori per la realizzazione delle manifestazioni.

Teatro Eliseo

Il Teatro Eliseo, situato nella centralissima via Nazionale, è il più giovane dei grandi teatri romani. Sorto nella primavera del 1900 come teatro all’aperto, era costituito dal solo palcoscenico. Il nome era quasi obbligato: Arena Nazionale.Il 24 settembre 1910 “una folla elegantissima” inaugura il nuovo Teatro Apollo. Il programma artistico è agganciato alle mode del tempo: operetta, spettacoli di varietà, alternati alle opere liriche. Ma vi recitano anche Ermete Zacconi e il giovane Ruggero Ruggeri.
Due anni dopo il Ridotto viene staccato e, col nome di Sala Apollo, viene trasformato in Café Chantant.
L’Apollo diviene poi Teatro Cines, dove si alternano spettacoli cinematografici a operette. Nel 1915 Mistinguette, la regina del Moulin Rouge, porta la rivista “C’est la mode”.
Nel maggio del 1918 la nuova e definitiva insegna, Teatro Eliseo, è inaugurata dai gestori del Teatro Cines. Tornano le operette e le grandi riviste, nel 1932 Totò presenta “Trick-Track”, Macario lo segue con “Viva le girls!”. Nel 1935 si forma la Grande Compagnia Spettacoli Eliseo: Anna Magnani ne è la star.
L’Eliseo così come è oggi è inaugurato il 5 gennaio 1938, con la Compagnia Tofano-Maltagliati, dopo solo sei mesi di radicale ricostruzione. Direttore del nuovo Eliseo Vincenzo Torraca, che ne regge le sorti per quasi quarant’anni.
Sul palcoscenico dell’Eliseo passa il miglior teatro italiano dell’anteguerra e del dopoguerra. Partendo da celebri compagnie come la Pagnani-Cervi, la Morelli-Stoppa, i fratelli De Filippo, Titina – Eduardo – Peppino, prima, il solo Eduardo poi.
Nell’immediato dopoguerra vi nascono i memorabili spettacoli di Luchino Visconti.
Dal 1950 al 1977 l’Eliseo è la “casa” di formazioni come la Proclemer-Albertazzi, del Teatro di Genova, della Compagnia dei Quattro di Franco Enriquez, del Piccolo Teatro diretto da Strehler, della Compagnia dei Giovani. Alle prestigiose compagnie italiane si alternano la Comédie -Francaise, l’Old Vic, la Compagnie Madeleine Renaud – Jean-Louis Barrault, il Théâtre National Populaire di Jean Vilar.Nell’ottobre del 1977 comincia una nuova epoca per il Teatro Eliseo, Vincenzo Torraca passa il testimone a Giuseppe Battista, che lo gestirà per vent’anni.
Il nuovo corso è inaugurato con l’Enrico IV di Valli – De Lullo, che sono con Giuseppe Patroni Griffi (fino alla prematura morte di Romolo Valli) i direttori artistici delle due sale: Eliseo e Piccolo Eliseo, come è stato ribattezzato il Ridotto completamente ricostruito.
Il Teatro Eliseo negli anni ottanta e novanta prosegue nella sua tradizione di produrre e ospitare spettacoli di qualità. La direzione artistica è affidata a Rossella Falk e Umberto Orsini, affiancati per qualche anno da Gabriele Lavia.
Nel luglio 1997 la gestione del teatro è rilevata da Vincenzo Monaci e la direzione artistica è affidata a Maurizio Scaparro, in carica fino al giugno del 2001. Nell’aprile del 2002 è designato direttore artistico Giuseppe Patroni Griffi e a fine mandato, aprile 2005, gli succede Antonio Calbi. Dal 2007 ha assunto la direzione Massimo Monaci.

Teatro degli Arcimboldi

Il Teatro degli Arcimboldi per tre Stagioni, a partire dal 19 gennaio 2002, è stato sede delle attività del Teatro alla Scala durante i lavori di ristrutturazione e restauro del Piermarini.

Realizzato dal Comune di Milano in collaborazione con Pirelli, su progetto dello Studio Gregotti Associati International, il Teatro degli Arcimboldi è una sala unica a Milano per criteri costruttivi, acustici e visuali. La sua capienza è pari a circa 2.400 posti, distribuiti tra una platea a due livelli e due ordini di gallerie.

La struttura del Teatro è articolata in tre volumi: foyer, sala e torre scenica. ll foyer è caratterizzato da un’ampia vetrata di copertura e dalle balconate che vi si affacciano. La sala, “a ventaglio”, misura 49 metri di larghezza massima per 35 metri di profondità; la sua altezza media è di 22 metri e si articola in quattro sezioni: platea, platea alta e due gallerie. La torre scenica, alta 40 metri, tecnologicamente avanzata, consente di garantire la massima funzionalità degli spazi del palcoscenico e della graticcia. L’apertura del boccascena architettonico (16 metri per 12) è assolutamente identica a quella del Piermarini.

Teatro Derby

Due realtà. Un solo teatro. Grazie all’interessamento e al sostegno dell’assessore al Tempo Libero del Comune di Milano Giovanni Terzi, gli spazi dell’ex-cinema Nuovo Arti in via Mascagni 8 sono diventati la casa del “teatro dei milanesi”, il Teatro Derby. Un nome che rievoca lo spirito e l’atmosfera dell’ormai leggendario locale milanese degli anni sessanta che ha assisto alla nascita del cabaret italiano.
Al Derby Club, fondato nel 1959 da Giovanni, pittore e albergatore bolognese, e sua moglie Angela Bongiovanni, hanno legato la propria carriera moltissimi artisti di cabaret milanesi.
Nato inizialmente come ristorante dove si suona anche jazz, il suo primo nome di battesimo fu Gi-Go, ben presto luogo di ritrovo dei protagonisti della musica milanese di quei tempi, da Celentano a Mina.
Ma solo nel 1962, dopo l’ingaggio dato al pianista Enrico Intra (Intra’s Derby Club, per la vicinanza a San Siro e la frequentazione di appassionati ippici e di giornalisti sportivi), il locale inizia ad essere il tempio del cabaret. Gli indimenticabili Gufi, Enzo Jannacci, la coppia Cochi e Renato, Teo Teocoli, Walter Valdi, Paolo Villaggio, Lino Toffolo, Dino Sarti, Antonio Ricci, Diego Abatantuono, Paolo Rossi, Massimo Boldi, Felice Andreasi e Claudio Bisio, allora in coppia con Antonio Catania, trovarono nel Derby il loro trampolino di lancio. Per quasi trent’anni, fu punto di riferimento per gli artisti di tutta l’Italia, fino al 1986, anno della chiusura. Dopo ventidue anni il Derby Club è tornato, ed è ospite dell’ex cinema Arti ora TEATRO DERBY di via Pietro Mascagni n.8 a Milano.

Teatro Greco

Teatro Greco

Il Teatro Greco apre le sue porte al pubblico il 30 settembre 1996

Nato dalla volontà e dall’amore per l’arte di Renato Greco e Maria Teresa dal Medico, questo nuovo spazio si caratterizza per la sua particolare struttura, che richiama simbolicamente la cavea dei teatri dell’antica Grecia.

La visione dei suoi creatori è stata fin da subito quella di dare vita ad uno spazio in cui sia possibile accogliere e presentare ogni forma di espressione artistica performativa.

Un teatro moderno, capace di porsi come effettivo tramite tra spettatore e rappresentazione, tra fruizione ed arte.
Sapientemente progettato come un contenitore funzionale e versatile, ideale per la rappresentazione artistica di spettacoli di danza, musica, concerti, musical e cinema.

La tecnologia messa a disposizione dal teatro e la sua poliedricità consentono, inoltre, lo svolgimento di riprese televisive e manifestazioni.

Una vera vocazione, quella per gli spettacoli musicali e la danza, che contraddistingue il Teatro Greco fin dalla sua nascita.

Via Ruggero Leoncavallo, 16

Gran Teatro

Il Gran Teatro, sorto nel Gennaio del 2002 a Tor di Quinto, dopo quasi 10 anni di attività SI TRASFERISCE a Saxa Rubra, tra viale Maurizio Barendon e largo Sandro Ciotti. La tensostruttura si avvale delle migliori soluzioni tecnologiche. La capienza di 3.040 posti a sedere, la qualità dei servizi offerti e le varie tipologie di spazi favoriscono l’allestimento di spettacoli con produzioni tecniche di grandi dimensioni e di eventi quali convention, meeting, convegni, manifestazioni sportive, presentazioni ed inaugurazioni.

La struttura è fornita di un’efficacissima opera di climatizzazione e riscaldamento in tutti gli ambienti e grazie al materiale con cui è rivestita consente un eccellente isolamento acustico e termico. Il Teatro è stato ideato affinchè non ci sia nessuna barriera architettonica, consentendo l’accesso fino ad un numero di 40 disabili – non deambulanti – contemporaneamente, oltre che alle usuali aree (platea e servizi igienici) anche agli spazi di ristoro ed al palco attraverso una rampa posteriore.
Tutti gli ambienti sono dotati di pavimentazione carrabile.

Teatro Caboto

Il teatro Caboto in collaborazione con l’Associazione Teatro Europa (A.T.E) presenta il cartellone 2010-11. Alla sua V° stagione di Prosa, il Caboto può considerarsi una realtà all’interno del variegato panorama teatrale della città di Milano. Classificato dallo stesso Comune tra “i piccoli teatri”, si vanta di non godere di alcuna forma di finanziamento né pubblico né privato e di andare avanti solo grazie agli incassi (ingresso €10/8). Il gradimento del pubblico, quindi, come vitale criterio di scelta artistica. Grazie alle stagioni passate (più di 70 titoli tra compagnia stabile e compagnie ospiti) e registrando un costante aumento di spettatori e di interesse, unito a frequenti manifestazioni di apprezzamento, la direzione artistica di Gianluca Frigerio e di Anna Battaglia ha maturato una propria linea di “intrattenimento-culturale” nella programmazione del cartellone.
Da una parte il teatro come veicolo di diffusione della cultura e dall’altra lo spettacolo come occasione d’intrattenimento. Cultura ed intrattenimento non si escludono, ma si compensano, valorizzandosi reciprocamente, grazie al genere degli spettacoli proposti. Innanzi tutto, l’adattamento per il teatro dei grandi romanzi, conosciuti al grande pubblico, romanzi che appartengono all’immaginario di tutti, letti spesso ai tempi della scuola, fornisce la preziosa occasione di vederne i personaggi in carne e ossa, seguire la vicenda dal vivo, ricordare il romanzo diversamente ed in fondo conoscerlo meglio. Adattamento per il palcoscenico concepito per lo spettatore moderno, con i ritmi di oggi, privilegiando i temi del romanzo più vicini a noi, scegliendo e valorizzando i meccanismi della teatralità per metterla in sintonia con la letteratura e a servizio dell’autore. Poi gli autori classici, comici e drammatici, autori che hanno fatto la storia della letteratura teatrale, da sempre rappresentati perché da sempre hanno parlato dell’uomo e di cosa l’uomo universalmente è fatto.
I classici rappresentati al Caboto acquistano il valore di una realtà a sé: elementi di scenografia essenziali, rappresentativi, creativi all’interno di uno spazio scenico dove la luce racconta, evoca, snoda il filo narrativo, personaggi affidati unicamente alla presenza e alla capacità degli attori, che da soli “fanno lo spettacolo”, creano l’illusione, per un teatro vivo, reattivo, non di regia e di forma, che in ogni replica deve essere diverso, per essere e accadere lì e adesso. Ed infine generi di più marcato intrattenimento come il giallo e le commedie in lingua milanese. Per ciò che attiene al giallo, non v’è divertimento senza passione e la passione nasce da qualcosa che ci intriga, ci strega e ci cattura. Cosa risponde meglio a questi requisiti se non un giallo a teatro? Dove, al contrario della realtà di tutti i giorni, alla fine tutti i pezzi tornano a posto, e noi restiamo con l’appagante e rara sensazione che, per una volta, ogni cosa si sia risolta nel migliore dei modi. Il genere è quello del dramma, anche se del dramma non ne ha la pesantezza, un po’ perché la vicenda stessa intriga il pubblico a seguire con occhio e orecchio da ispettore ed un po’ perché il ritmo generale dello spettacolo deve sempre essere sostenuto, urgente. Una precisazione infine sulla scelta di ospitare commedie in lingua milanese: si tratta di lingua, appunto, non di dialetto e di commedie scritte, non di canovacci popolari. Sono testi di straordinaria potenza realistica e di credibilità immediata, non a caso o fanno molto ridere o commuovono fino alle lacrime.
E, per, finire, ci piace riportare una frase del Maestro Carlo Cecchi e farla nostra: “…il teatro deve essere qualcosa di semplice, comprensibile a tutti, un’esperienza fresca ed immediata, come un’improvvisazione.”

Teatro dell’Orologio

Il Teatro dell’Orologio, ubicato nei sotterranei del complesso monumentale del Borromini, è uno spazio completamente autogestito, in venticinque anni di attività si è distinto sia sul piano artistico, per un lavoro di innovazione da parte di personalità della cultura indipendenti e sensibili al nuovo, sia sul piano sociale come punto di aggregazione per tanti giovani che hanno trovato in questa storica cantina un ambiente fertile e ricettivo.