Il teatro Caboto in collaborazione con l’Associazione Teatro Europa (A.T.E) presenta il cartellone 2010-11. Alla sua V° stagione di Prosa, il Caboto può considerarsi una realtà all’interno del variegato panorama teatrale della città di Milano. Classificato dallo stesso Comune tra “i piccoli teatri”, si vanta di non godere di alcuna forma di finanziamento né pubblico né privato e di andare avanti solo grazie agli incassi (ingresso €10/8). Il gradimento del pubblico, quindi, come vitale criterio di scelta artistica. Grazie alle stagioni passate (più di 70 titoli tra compagnia stabile e compagnie ospiti) e registrando un costante aumento di spettatori e di interesse, unito a frequenti manifestazioni di apprezzamento, la direzione artistica di Gianluca Frigerio e di Anna Battaglia ha maturato una propria linea di “intrattenimento-culturale” nella programmazione del cartellone.
Da una parte il teatro come veicolo di diffusione della cultura e dall’altra lo spettacolo come occasione d’intrattenimento. Cultura ed intrattenimento non si escludono, ma si compensano, valorizzandosi reciprocamente, grazie al genere degli spettacoli proposti. Innanzi tutto, l’adattamento per il teatro dei grandi romanzi, conosciuti al grande pubblico, romanzi che appartengono all’immaginario di tutti, letti spesso ai tempi della scuola, fornisce la preziosa occasione di vederne i personaggi in carne e ossa, seguire la vicenda dal vivo, ricordare il romanzo diversamente ed in fondo conoscerlo meglio. Adattamento per il palcoscenico concepito per lo spettatore moderno, con i ritmi di oggi, privilegiando i temi del romanzo più vicini a noi, scegliendo e valorizzando i meccanismi della teatralità per metterla in sintonia con la letteratura e a servizio dell’autore. Poi gli autori classici, comici e drammatici, autori che hanno fatto la storia della letteratura teatrale, da sempre rappresentati perché da sempre hanno parlato dell’uomo e di cosa l’uomo universalmente è fatto.
I classici rappresentati al Caboto acquistano il valore di una realtà a sé: elementi di scenografia essenziali, rappresentativi, creativi all’interno di uno spazio scenico dove la luce racconta, evoca, snoda il filo narrativo, personaggi affidati unicamente alla presenza e alla capacità degli attori, che da soli “fanno lo spettacolo”, creano l’illusione, per un teatro vivo, reattivo, non di regia e di forma, che in ogni replica deve essere diverso, per essere e accadere lì e adesso. Ed infine generi di più marcato intrattenimento come il giallo e le commedie in lingua milanese. Per ciò che attiene al giallo, non v’è divertimento senza passione e la passione nasce da qualcosa che ci intriga, ci strega e ci cattura. Cosa risponde meglio a questi requisiti se non un giallo a teatro? Dove, al contrario della realtà di tutti i giorni, alla fine tutti i pezzi tornano a posto, e noi restiamo con l’appagante e rara sensazione che, per una volta, ogni cosa si sia risolta nel migliore dei modi. Il genere è quello del dramma, anche se del dramma non ne ha la pesantezza, un po’ perché la vicenda stessa intriga il pubblico a seguire con occhio e orecchio da ispettore ed un po’ perché il ritmo generale dello spettacolo deve sempre essere sostenuto, urgente. Una precisazione infine sulla scelta di ospitare commedie in lingua milanese: si tratta di lingua, appunto, non di dialetto e di commedie scritte, non di canovacci popolari. Sono testi di straordinaria potenza realistica e di credibilità immediata, non a caso o fanno molto ridere o commuovono fino alle lacrime.
E, per, finire, ci piace riportare una frase del Maestro Carlo Cecchi e farla nostra: “…il teatro deve essere qualcosa di semplice, comprensibile a tutti, un’esperienza fresca ed immediata, come un’improvvisazione.”